Nella chirurgia della mano convivono due anime: l’anima “ortopedica” si occupa di ricostruire le componenti ossee o cartilaginee usurate dal tempo o traumatizzate in seguito ad incidente acuto. L’anima “plastica e ricostruttiva” si occupa di riportare alla normalità una natura violata o deforme. Nella massima espressione della mia disciplina le due anime si integrano.
La chirurgia della mano si avvale inoltre della microchirurgia ricostruttiva come tecnica per ridare la sensibilita alle mani o per correggere la sopravvivenza di una estremità qualora un evento traumatico ne abbia comportato l’assenza di perfusione periferica. La pratica della microchirurgia ricostruttiva è spesso più impegnativa e lunga  di quella ortopedica e richiede un lungo training per affinare le  capacità tecniche di preparazione e di completamento delle procedure.

Solo la frequenza di anni a stretto contatto, dentro e fuori dagli Ospedali, con i maestri che diventano anche “mentors” puo’ dare una dimensione di eccellenza.
Le mie basi deontologiche mi portano a trattare chi ho davanti nel rispetto della persona, della malattia e del disagio.

Ogni volta che il paziente afferisce nel mio studio o sala operatoria, la sua cura è personalizzata e perchè un paziente venga preso a carico deve rispondere positivamente alle 6 domande:

1) so che cosa tratto;
2) ho gia fatto questo tipo di operazione piu’ volte e con successo;
3) ho l’esperienza e le abilità tecniche per farlo;
4) ho il team e la struttura per trattarlo;
5) ho il tempo per prenderlo a carico;
6) so gestire le eventuali complicanze.

La quotidianità dei pazienti afferenti all’ambulatorio specialistico è di pazienti trattati chirurgicamente presso altri colleghi NON specialisti che a fronte di un insuccesso o una complicanza inviano il paziente per la prosecuzione delle cure.

Campi di interesse del Dr.Lucchina sono:

– le neuropatie periferiche su base meccanica o dismetabolica trattate con tecniche endoscopiche /o mini-invasive (sindrome del tunnel carpale e compressione del nervo ulnare al gomito).

Il vantaggio del trattamento per via endoscopica o sotto guida ecografica di tali sindromi nervose, non è solo di minimizzare una cicatrice inestetica, ma anche velocizzare il tempo di recupero post-operatorio permettendo un rientro alle attività quotidiane o sportive più celere. I risultati a lungo termine sono eccellenti con parecchi vantaggi per il paziente rispetto ai metodi tradizionali di trattamento. Occasionalmente compare post-operatoriamente un dolore in sede cicatriziale nel palmo al contatto con utensili, attrezzi sportivi o strumenti da lavoro duri ma in generale  vi sono minime complicanze o dolore dopo l’intervento.

– il trattamento dei problemi di artrosi della base del pollice (rizartrosi), nonche’ le lesioni legamentari del polso e del pollice con tecnica artroscopica.

La classica procedura chirurgica per la terapia della rizartrosi è rappresentata dalla asportazione dell’osso trapezio e la ricostruzione articolare usando il tendine flexor carpi radialis o abductor pollicis longus frapposti all’interno della neo-articolazione. L’alternativa è rappresentata dall’utilizzo di artroplastiche specie negli stadi intermedi di malattia con tuttavia il rischio di lussazione o usura dei materiali protesici utilizzati.

Negli ultimi anni si è affermato l’utilizzo dell’artroscopia anche per le piccole articolazioni della mano.

Una procedura artroscopica permette di eseguire una sinoviectomia e una pulizia articolare che determina una riduzione del dolore. Grazie all’artroscopio il chirurgo può inoltre captare una iniziale degenerazione delle cartilagini sulle opposte superfici articolari. Se la cartilagine è ancora intatta, allora si può dare un rinforzo della capsula articolare per ridurre la lassità. Questo passo puo alterare il processo di degenerazione artrosica e dare una riduzione dei sintomi senza gli effetti collaterali degli steroidi in infiltrazione.

Gli es. radiografici evidenziano sovente solo lievi alterazioni ma una artroscopia puo mostrare il vero livello di artrosi basato sulla perdita di cartilagine. Questo permette al clinico di scegliere una osteotomia negli stadi piu precoci di malattia ed una artroplastica di sospensione artroscopica negli stadi piu’ avanzati. Se la perdita di cartilagine è focale, i pazienti possono beneficiare di un debridment artroscopico e uno shrinkage per stabilizzare l’articolazione. Il chirurgo della mano può eseguire una osteotomia correttiva con una mini -incisione per alterare la biomeccanica articolare. Il metacarpo puo essere centralizzato sul trapezio, evitando la sublussazione ed il circolo vizioso della osteoartrosi in una articolazione instabile.
Se il danno della cartilagine articolare è avanzato, il chirurgo può asportare la cartilagine dal trapezio aumentando lo spazio articolare. Questo minimizza il contatto tra osso trapezio e primo metacarpo. Inoltre tale procedura causa un sanguinamento dall’osso subcondrale, causando la formazione di coaguli che aderiscono al trapianto tendineo. Il trapianto di tendine viene inserito in articolazione aderendo  ai coaguli di sangue ed agendo come un cuscino tra le opposte superfici articolari. Questo comporta un buon sollievo da dolore e con ridotto dolore postoperatorio

– chirurgia mini-invasiva della mano e del polso, soprattutto nei casi di ricostruzione della funzionalità perduta in seguito a incidenti, con riduzione dei tempi di recupero dall’attività sportiva o lavorativa

– la ricostruzione microchirurgica delle lesioni nervose e delle paralisi dell’arto superiore e inferiore, con particolare riferimento ai traumi stradali e da lavoro

– la ricostruzione dell’arto superiore in seguito a paralisi nervose su base congenita o da malattie cerebrovascolari per migliorare la cosmesi, l’igiene o la funzione

– la ricostruzione microchirurgica delle perdite di sostanza dell’arto superiore in seguito a incidenti, tumori o malattie dermatologiche riducendo le sequele estetiche e funzionali spesso caratteristiche di affezioni non opportunamente trattate